Ortopedico

Istruzione al genitore: vengono dati consigli ai genitori su come comportarsi e come capire e soddisfare le richieste e esigenze dei propri figli.

Coliche:

Le coliche sono delle contrazioni eccessive della muscolatura involontria della parete intestinale, le quali sono causate dalla presenza di eccesiva quantità di aria nell’intestino che porta a dolori a livello addominale. Questa problematica è comune nei primi mesi di vita del neonato e può provocare preoccupazione al genitore che non sa le cause ed il comportamento da acquisire di fronte al bambino con crisi di pianto. Il bambino solitamente prova un dolore acuto ed improvviso, solitamente verso sera, con comportamenti come agitazione, difficoltà ad addormentarsi, arrossamento al volto, sudorazione, flessione degli arti inferiori sull’addome, pancino duro e meteorismi ed emissione di gas. Le cause possono essere molteplici: immaturità del tratto gastro intestinale, troppi stress e stimoli esterni a cui il bambino non è abituato e squilibrio a livello batterico.

Per andare a curare le coliche si fa il massaggio in senso orario sulla pancia del bambino, la mobilizzazione delle gambe verso l’addome al fine di favorire la fuoriuscita di gas, si va a lavora sul diaframma e si fanno dei movimenti circolari a livello del bacino. Tra tutte le tecniche la miglior cosa da fare è un massaggio specifico spiegato nel corso IAIM fatto prima che vengano le coliche.

Plagiocefalia:

La plagiocefalea si verifica nei primi mesi di vita del bambino con un appiattimento unilaterale della regione posteriore della testa. Può essere causato da torcicollo congenito, da forze esterne a livello del cranio che si possono presentare all’interno dell’utero, nel momento della nascita, a causa di lunghi periodi nell’incubatrice o alla posizione che il neonato assume durante il sonno.

Il trattamento fisioterapico, che può essere introdotto già pochi giorni dalla nascita, consiste nelle manovre e tecniche manuali a livello del cranio per poter andare a ricreare l’equilibrio fisiologico che si è perso; si agisce andando a rilassare ed allungare la muscolatura al fine di raggiungere la corretta postura. Per andare a correggere l’asimmetria del cranio si può usare anche un’ortesi, il casco, che indirizza il cranio nelle parti in cui c’è la deformità, senza limitarne la crescita. Infine viene istruito il genitore per poter applicare le modifiche idonee per non far stare il bambino in posizioni che aggravano la situazione.

Torcicollo Congenito:

Il torcicollo congenito è un accorciamento dei muscoli del collo che provoca un’inclinazione del capo nella stessa parte in cui c’è la problematica muscolare con una rotazione nel senso opposto. Solitamente si presenta fin dalla nascita o subito dopo a causa di un danno a livello della muscolatura del collo e/o una raccolta di sangue a questo livello, durante il parto, che può portare ad un irrigidimento. Altre cause possono essere delle anomalie congenite a livello della colonna vertebrale come la Sindorme di Klippel-Feil, ovvero la fusione delle vertebre del collo, e la fusione tra la prima vertebra e la base del cranio.

Il trattamento fisioterapico si basa su tecniche per migliorare l’elasticità e la mobilità del capo come ad esempio lo stretching dello sternocleidomastoideo, muscolo che viene colpito, e giochi che servono a stimolare il bambino a muovere la testa dalla parte che non utilizza. Il fisioterapista ha il compito di istruire i genitori per poter riprodurre le tecniche anche a domicilio.

Malattia di Scheuermann:

La Malattia di Scheuermann è una patologia della colonna vertebrale, tale per cui si verifica un’alterazione della cartilagine delle vertebre comportandone una modifica della forma (a cuneo); è la più frequente causa di cifosi non posturale che si presenta tra l’1% e l’8% della popolazione, soprattutto maschi e adolescenti. L’eziologia ad oggi è sconosciuta ma probabilmente ha origine genetiche-ereditarie e può essere favorita da microtraumi ripetuti. Il soggetto solitamente ha dolore dorsale, ipercifosi e mal di schiena.

Il trattamento riabilitativo si basa su esercizi di rinforzo muscolare, di mobilità e di autocorrezione, che si fanno sia in studio con il fisioterapista che a casa, stretching per andare a migliorare la rigidità e l’uso del kinesio Tape; nei casi più gravi si può introdurre l’utilizzo del busto.

Ipocifosi:

L’ipocifosi è la riduzione della normale forma a C (cifosi) della colonna nella zona dorsale/toracica; questo atteggiamento va a definire una postura che prende il nome di dorso piatto. È presente sia nei bambini che negli adulti, inizia a delinearsi nei bambini già dai 6/8 anni, è presente in egual misura tra maschi e femmine e di solito è asintomatica.

Si vanno a fare esercizi di rinforzo muscolare, correzione della postura per andare ad accentuare la curva fisiologica a livello dorsale/toracico e stretching; si va inoltre a promuovere l’attività fisica cercando, insieme al paziente, di trovare uno sport, adatto a questa problematica, da introdurre nella vita se non ancora presente al fine di ridurre la sedentarietà.

Ipercifosi:

L’ipercifosi è l’aumento della normale forma a C (cifosi) della colonna vertebrale che solitamente interessa il distretto toracico, ma può presentarsi in aggiunta a livello lombare. Si parla di cifosi patologica quando l’angolo della cifosi dorsale/toracica è maggiore di 35°. È una condizione che si presenta in ambito pediatrico, geriatrico e negli adulti, tuttavia negli adolescenti può precedere alla malattia di Scheuermann. Le cause possono essere diverse come postura errata tenuta per un lungo periodo di tempo, lavori pesanti, poca massa muscolare e deformità congenite o acquisite delle vertebre. Solitamente i pazienti provano mal di schiena.

Gli esercizi che si vanno a fare sia in studio che a casa sono quelli di rinforzo muscolare, principalmente in apertura, correzione della postura e stretching; si va inoltre a promuovere l’attività fisica cercando, insieme al paziente, di trovare uno sport, adatto a questa problematica, da introdurre nella vita se non ancora presente al fine di ridurre la sedentarietà.

Spondilolisi e spondilolistesi:

La spondilosi è la rottura ossea di un punto specifico nella porzione posteriore della vertebra, che prende il nome di itsmo; avviene lungo tutta la colonna ma per lo più nella porzione lombare. Le cause sono multifattoriali in quanto ci può essere una familiarità associata a lavori pesanti, traumi acuti e ripetuti e interventi chirurgici. I sintomi più frequenti sono dolore a livello in cui è avvenuta la rottura, dolore muscolare e possibile formicolio a livello di mani o dei piedi; nel corso del tempo può comparire difficoltà nei movimenti e instabilità posturale.

La spondilolistesi è lo scivolamento, dovuto a spondilolisi, del corpo della vertebra, che può essere sia anteriore, anterolistesi, che posteriore, retrolistesi; si può verificare in tutta la colonna, per lo più nella parte cervicale e lombare. L’età di insorgenza è nei bambini di solito tra i 12 e i 17 anni, gli sportivi sono i soggetti con maggior possibilità ad andare incontro a questa patologia, in particolar modo tuffatori e ginnaste. Il sintomo principale è il dolore e può provocare difficoltà nel movimento.

Il trattamento fisioterapico consiste nel rinforzo di tutto ciò che riguarda la colonna, come ad esempio addome e muscoli paraspinali, stretching, per lo più a livello dei flessori, e inizialmente si va a sospendere l’attività sportiva per poi rintrodurla con calma nel tempo.

Raffreddore dell’anca e Malattia di Perthes:

Il raffreddore dell’anca è l’infiammazione dell’articolazione dell’anca, di solito insorge nei bambini di 3-4 anni, per lo più nei maschi, ma può comparire fino ai 10 anni di età. Solitamente si manifesta con improvviso dolore all’anca, zoppia, ridotta mobilità e talvolta incapacità a camminare. La causa è ignota, ma può essere correlato ad una problematica batterica, virale o legata ad iperattività. Può essere una problematica benigna, ma può evolvere nella Malattia di Perthes.

La malattia di Perthes è una problematica vascolare che interessa un’arteria adiacente all’anca che comporta la necrosi della testa del femore; si presenta nei bambini tra i 4 e gli 8 anni, solitamente maschi, in particolare il dolore all’anca rimane per più di 2 settimane e si nota una diminuzione della grandezza della coscia (amiotrofia del quadricipite). In questa situazione è importante contattare il medico perché il primo trattamento è quello chirurgico.

La durata della terapia è molto lunga, fino ad un massimo di 5 anni, con trattamenti anche 3 volte a settimana. Importantissimo è mantenere e poi incrementare la mobilità fin dall’inizio, rinforzare progressivamente la muscolatura delle gambe in particolare dei rotatori dell’anca e dei glutei e successivamente si lavora anche su coordinazione, velocità e resistenza.

Epifisiolisi:

L’epifisiolisi è lo scivolamento della testa del femore verso il basso, con possibili complicanze vascolari. Si verifica il più delle volte nei bambini, nei pre-adolescenti, negli obesi e nei soggetti che praticano molto sport. I sintomi sono caratterizzati da un dolore all’anca in particolare nella zona inguinale associato anche a forte rigidità.

Il trattamento iniziale è quello chirurgico, mentre quello conservativo, come per la malattia di Perthes, è importante mantenere la mobilità ed incrementare progressivamente la muscolatura, specialmente i rotatori e i glutei, mentre l’equilibrio, la coordinazione e la ripresa delle attività di tutti i giorni sono obiettivi secondari.

Displasia congenita dell’anca:

La displasia congenita dell’anca è una deformità a carico dell’articolazione dell’anca che può comportare una lussazione della testa del femore dall’acetabolo. Si verifica nel neonato, più frequentemente nelle femmine e spesso c’è familiarità; può verificarsi nei casi di parto podice, parto gemellare, deformità del piede o in bambini con peso maggiore di 4 kg. Il pediatra ogni mese per i primi sei mesi effettua delle specifiche manovre per evidenziare il problema (Barlow e Ortolani), dalla sesta settimana viene effettuata l’ecografia e nei casi sospetti viene anche effettuata intorno al quarto mese.

Il trattamento è conservativo con delle specifiche mutandine/gesso oppure chirurgico; il trattamento fisioterapico si basa su manovre che agiscono sulla mobilità, attivazione muscolare e istruzione ai genitori.

Sindrome femoro-rotulea:

La sindrome femoro-rotulea è una problematica biomeccanica che interessa il ginocchio, in particolare l’articolazione tra ginocchio e rotula, in cui le ossa crescono più velocemente dei tessuti molli. Il dolore di solito è nella parte anteriore del ginocchio, localizzato intorno o dietro la rotula, e aumenta nelle attività che prevedono l’attivazione intensa del quadricipite, come scendere le scale o correre, ma anche mantenere a lungo il ginocchio piegato. Solitamente insorge in età puberale, maggiormente nelle femmine, in casi estremi può essere correlato a lussazione della rotula. È una problematica presente anche nell’adulto ma legato a cause differenti.

Durante il trattamento fisioterapico si effettua la mobilizzazione della rotula, il rinforzo progressivo della muscolatura delle gambe (sopratutto quadricipite, vasto mediale, abduttori e rotatori esterni), lo stretching della catena anteriore e posteriore delle gambe, l’equilibrio, esercizi di propriocezione ed eventualmente kinesio Tape.

Ginocchio varo e valgo:

Il ginocchio varo è caratterizzato da rotazione esterna del femore e della tibia, tale per cui va a formarsi una caratteristica forma ad O delle ginocchia. Nei primi 3 anni di età è fisiologico, solitamente legato a problematiche articolari dell’anca oppure da attività sportive, per lo più calciatori. Può essere presente senza problematiche annesse, tuttavia se è presente dolore e gonfiore nella zona del ginocchio potrebbe essere necessario un trattamento chirurgico.

Con il trattamento fisioterapico si lavora sul riequilibrare i rapporti di forza tra i vari muscoli, sull’ottimizzare il funzionamento di anca e piede, sulla correzione posturale statica e dinamica, sullo stretching, si può usare il kinesio Tape ed adattare l’attività sportiva.

Il ginocchio valgo è associato ad una rotazione interna del femore che comporta la caratteristica forma a X delle gambe. Può essere associato a un problema dell’anca (antiversione o debolezza muscolare) o ad un problema della caviglia. Le forme lievi sono asintomatiche e comuni, quelle più gravi posso portare a dolore e gonfiore al ginocchio, fino a favorire insorgenza di artrosi o alla rottura dei legamenti del ginocchio.

Con il trattamento fisioterapico si va a lavorare sul rinforzo muscolare delle gambe (specialmente glutei, rotatori esterni), sullo stretching a livello della catena estensoria, sull’ottimizzare il funzionamento di anca e piede, sulla correzione postura statica e dinamica e si va a favorire l’attività sportiva.

Piede piatto:

Il piede piatto è una condizione nella quale l’arco longitudinale plantare è appiattito rispetto a quello fisiologico, con allargamento dell’impronta plantare e frequente pronazione del calcagno. Dai 10 mesi fino ai 3-4 anni questa situazione è fisiologica in quanto l’arco non si è ancora sviluppato e prende il nome di ‘’piede piatto fisiologico’’, tale condizione però si deve correggere spontaneamente entro i 6-7 anni. Il soggetto con piede piatto può provare dolore ma può essere anche del tutto asintomatico.

Il trattamento riabilitativo si basa sul rinforzo della muscolatura che agisce sulla volta plantare e si vanno a svolgere esercizi propriocettivi/di equilibrio, inoltre si va a rieducare il paziente dal punto di vista del cammino. Solitamente intorno ai 6 anni si valuta se utilizzare il plantare per andare a correggere l’atteggiamento sbagliato del piede.

Piede cavo:

Il piede cavo è un’alterazione strutturale dell’arco longitudinale del piede che porta la persona ad appoggiare in modo scorretto il piede, il quale prende contatto per lo più nella parte laterale. Può essere di origine congenita (trasmessa dai genitori), acquisita o idiopatica (per motivi sconosciuti). Come sintomatologia ci può essere dolore al piede e alla caviglia, ma può anche non presentarsi tale sintomo, inoltre si può presentare anche instabilità della caviglia.

Si vanno a fare esercizi di rinforzo a livello della gamba e stretching per poter andare a lavorare sulla rigidità, inoltre si va a rieducare il paziente dal punto di vista del cammino. Si possono prendere in considerazione anche delle scarpe adattive per poter garantire una migliore distribuzione del peso corporeo sui piedi.

Malattia di Sever:

La malattia di Server è un’infiammazione a livello del calcagno (tallone) dovuta a sollecitazioni a livello del tendine d’Achille. Compare nei bambini intorno agli 8-13 anni, maggiormente nel sesso maschile e oltre il 60% dei casi è bilaterale. Si manifesta nei bambini che praticano sport che prevedono una notevole quantità di salti come nel calcio, ginnastica e danza; un’altra causa può essere il sovrappeso. Provoca dolore, gonfiore e rossore a livello del tallone.

La terapia consiste nel riposo, con possibile stop dell’attività sportiva, uso del ghiaccio, stretching e rinforzo a livello dei muscoli del polpaccio.

Sindrome di Osgood-Shlatter:

L’Osgood Schlatter è un’infiammazione della parte prossimale della tibia a causa di ripetute sollecitazioni del quadricipite, che provoca dolore e gonfiore nella parte anteriore della tibia; nel 20%/30% dei casi può essere bilaterale. Si verifica in media tra i 10 ed i 15 anni per lo più nel sesso maschile e nei soggetti che praticano sport quali basket, calcio, pallavolo, atletica e danza. L’eziologia non è del tutto chiara ma è dovuta a vari fattori: meccanici, funzionali, morfologici, ambientali e psicologici.

Il trattamento fisioterapico serve a far diminuire la sintomatologia dolorosa, attraverso l’utilizzo del ghiaccio, nei casi gravi ci può essere lo stop dell’attività sportiva, stretching del quadricipite e rinforzo muscolare a livello della gamba tramite esercizi.

Malattia di Sindling-Larsen:

La malattia di Sindling-Larsen è un’infiammazione a livello della parte inferiore della rotula a causa di ripetute sollecitazioni sul tendine rotuleo; è frequente ritrovarlo in entrambe le ginocchia. La forma precoce si verifica tra i 5 ed i 7 anni, mentre la forma tardiva tra i 9 ed i 14 anni; si riscontra maggiormente negli adolescenti sportivi di sesso maschile. I sintomi che provoca sono: dolore e gonfiore al ginocchio che possono aumentare durante l’esercizio fisico e diminuire con il riposo; si può inoltre verificare una limitazione dell’estensione di ginocchio. Il trattamento consiste nel riposo per far diminuire il dolore, uso di ghiaccio, stretching ed esercizi di rinforzo.

Retrazione del gastrocnemio:

Il gastrocnemio è un muscolo, formato da due ventri, che si trova nella parte posteriore della gamba e insieme al muscolo soleo forma il Tendine d’Achille. È frequente che questo muscolo subisca una retrazione andando a sovraccaricare la parte anteriore del piede determinandone uno squilibrio.

Il trattamento fisioterapico si basa sullo stretching, massaggio ed infine sul rinforzo a livello del muscolo.

Sinovite dell’anca:

La sinovite dell’anca è un’infiammazione dell’anca che avviene all’improvviso solitamente dopo un’infezione virale delle vie aeree superiori, ma le cause ad oggi sono ancora sconosciute. Solitamente si presenta maggiormente nei maschi tra i 2 e i 9 anni con un picco intorno ai 4, con l’1%-4% dei casi che è bilaterale. Questa situazione provoca dolore con successiva zoppia o impossibilità nella deambulazione.

Di solito guarisce spontaneamente con il riposo ed eventualmente con farmaci anti-infiammatori che prescrive il medico.

Scoliosi:

La scoliosi è un’alterazione strutturale del rachide che si presenta con una deviazione laterale in associazione alla rotazione dei corpi vertebrali. Nel 20%-30% sono congenite o acquisite, mentre nel 70%-80% dei casi sono idiopatiche, quindi con causa sconosciuta. Una delle cause potrebbe essere lo squilibrio tra lo sviluppo scheletrico e quello muscolare, per questo motivo le scoliosi idiopatiche si presentano per lo più nell’età infantile e puberale, momento in cui c’è un elevato accrescimento osseo. Il sesso femminile è più colpito rispetto a quello maschile. Ciò che il fisioterapista guarda in un bambino con scoliosi durante la valutazione è l’altezza delle spalle, le scapole, l’inclinazione a livello del bacino e l’asimmetria a livello dei triangoli della taglia, spazio che c’è tra il busto e il braccio. Inoltre si va a vedere la presenza del gibbo (la deformità) con lo scoliometro, chiedendo al paziente di andare a toccarsi le punte dei piedi con le mani. L’indagine strumentale che si fa è la radiografia, in cui si vede l’alterazione a livello del rachide e quanti gradi è l’angolo di Cobb (gradi?).

Durante il trattamento fisioterapico il paziente verrà rieducato sulla corretta postura da mantenere durante la giornata, si vanno a fare esercizi in allungamento, inclinazione e rotazione al fine di migliorare le curve patologiche della colonna vertebrale, lo stretching e nei casi più gravi si possono mettere i busti che, tramite specifiche spinte, vanno a ricreare le curve fisiologiche della colonna vertebrale. È importante che il bambino faccia attività fisica e che riproduca gli esercizi e l’autocorrezione fatta in studio anche a casa.

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